Emilio Vedova – SENZA TITOLO, 1989

da COLL-MO67

970,00

Emilio Vedova – SENZA TITOLO, 1989.
Calcografia di mm. 253×190 su carta di mm. 700×495, esemplare n.13/80.
provenienza: collezione privata Modena
Edizione Speciale per la Mostra:
Lionello Venturi e L’Avanguardia Italiana
a cura di Carlo Federico Teodoro

Cartella di Grafica: Omaggio a Lionello Venturi
di Piero Dorazio, Mattia Moreni, Enrico Paulucci, Achille Perilli e Emilio Vedova
Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano
presentazione in cartella di Flaminio Gualdoni

spedizione gratuita (si vende solo in Italia)

Disponibile

Descrizione

Emilio Vedova – SENZA TITOLO, 1989.
Calcografia di mm. 253×190 su carta di mm. 700×495, esemplare n.13/80.
spedizione gratuita (si vende solo in Italia)
provenienza: collezione privata Modena
Edizione Speciale per la Mostra:
Lionello Venturi e L’Avanguardia Italiana
a cura di Carlo Federico Teodoro

Cartella di Grafica: Omaggio a Lionello Venturi
di Piero Dorazio, Mattia Moreni, Enrico Paulucci, Achille Perilli e Emilio Vedova
Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano
presentazione in cartella di Flaminio Gualdoni

Emilio Vedova

Emilio Vedova: Nato a Venezia nel 1919 da una famiglia di artigiani-operai, inizia a lavorare intensamente da autodidatta fin dagli anni trenta. Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista Corrente. Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”.
Nello stesso anno, a Venezia, è tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana poi Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1948 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia, manifestazione che lo vedrà spesso protagonista: nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura, nel 1997 riceve il Leone d’Oro alla carriera.
All’inizio degli anni cinquanta realizza i suoi celebri cicli di opere: Scontro di situazioni, Ciclo della Protesta, Cicli della Natura. Nel 1954, alla II Biennale di San Paolo, vince un premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile, la cui estrema e difficile realtà lo colpirà profondamente.
Nel 1961 realizza al Teatro La Fenice le scenografie e i costumi per Intolleranza ’60 di Luigi Nono, con il quale collaborerà anche nel 1984 al Prometeo.
Dal 1961 lavora ai Plurimi, prima quelli veneziani poi quelli realizzati a Berlino tra il 1963 e il 1964, tra cui i sette dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64 presenti nel 1964 alla documenta di Kassel, dove ha esposto anche in numerose altre edizioni.
Dal 1965 al 1967 lavora al Percorso/Plurimo/Luce per l’Expo di Montreal.
Svolge un’intensa attività didattica nelle Università americane e poi alla Sommerakademie di Salisburgo e all’Accademia di Venezia. La sua carriera artistica è caratterizzata da una costante volontà di ricerca e forza innovatrice.
Negli anni settanta realizza i Plurimi/Binari dei cicli Lacerazione e Carnevali e negli anni ottanta i grandi cicli di “teleri” fino ai Dischi, Tondi, Oltre e …in continuum. Tra le ultime mostre personali, la grande antologica al Castello di Rivoli nel 1998 e, dopo la sua scomparsa nel 2006, alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e alla Berlinische Galerie di Berlino.

Dal sito ufficiale della fondazione

Lionello Venturi

Lionello Venturi: Figlio di Adolfo, fu uno dei 12 docenti universitari che nel 1931 rifiutarono di prestare il Giuramento di fedeltà al Fascismo, perdendo così la cattedra. Si trasferì a Parigi, dove rimase sino al 1939, e poi a New York fino al 1944. Nel 1945 ritornò in Italia, a Roma, dove riprese l’insegnamento universitario sino al 1955.

Ottenne la maturità classica presso il liceo classico E. Q. Visconti di Roma (Collegio Romano) e si laureò in Lettere a Roma nel 1907. Nel 1909-10 aveva ricoperto la carica di ispettore delle Gallerie di Venezia e nel 1911-12 della Galleria Borghese a Roma. Sempre nel 1911 aveva conseguito la libera docenza in Storia dell’arte medievale e moderna a Padova (subito trasferita a Roma). Nel 1913-14 fu Direttore e Sovrintendente della Galleria Nazionale di Urbino. Nel 1914-15 ottenne un incarico di Storia dell’arte nell’Università degli Studi di Torino e subito dopo venne nominato professore straordinario nella stessa università. Con l’entrata in guerra dell’Italia si arruolò volontario, tenente in una compagnia di mitraglieri. Ferito all’occhio destro durante un’azione di guerra, per la quale si guadagnò una medaglia al valor militare, fu congedato nel 1917. Nel 1919 fu nominato professore ordinario all’Università di Torino ed insegnò continuativamente sino al 1931. Qui intrecciò un legame di amicizia e di collaborazione con quell’eclettico imprenditore e mecenate che fu Riccardo Gualino che lo coinvolse nella stimolante avventura del Teatro di Torino.

A Parigi fece parte del nucleo antifascista di Giustizia e Libertà e, al suo arrivo a New York, nel 1939, aderì anche con incarichi direttivi alla “Mazzini Society”, fondata da Gaetano Salvemini assieme, tra gli altri, a Giuseppe Antonio Borgese, Randolfo Pacciardi, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani e Max Ascoli.

Negli anni francesi tenne corsi e conferenze nelle università di Parigi, Lione, Londra, Cambridge ma anche negli Stati Uniti dove si recò almeno due volte prima di trasferirvisi nel ’39. Pur domiciliato a New York, da questa data insegnò nella Johns Hopkins University di Baltimora, nella University of California, nell’Università di Città del Messico, nella École Libre de Hautes Études della stessa New York e in altre città tra cui Chicago, Detroit e Filadelfia.

Nel 1945 venne richiamato in Italia per riprendere il suo posto nell’Università di Torino ma chiese ed ottenne il trasferimento del suo ruolo a Roma.

Tra le sue molte pubblicazioni sulla storia e sulla critica dell’arte, spiccano Giorgione e il Giorgionismo del 1913; La critica e l’arte di Leonardo da Vinci del 1919; Il gusto dei primitivi del 1926; Pretesti di critica del 1929; Storia della critica d’arte prima edita in lingua inglese (1936), poi in francese (1938) e solo nel 1945 in italiano (seconda edizione 1948). Fondamentali sono stati ancora altri suoi studi su Caravaggio, Modigliani (1930), Cézanne e gli Impressionisti francesi (1936, 1939, 1940, 1943 ecc.), Rouault (1940 e 1943), Marc Chagall (1945), Lalla Romano, Mario Soldati, Spazzapan, Severini ecc. Tra le varie mostre organizzate si evidenzia quella del 1958, a Roma, “Nuove tendenze dell’arte italiana” nella sede della Rome – New York Art Foundation, dove espose, tra gli altri Mimmo Rotella.

Tra i suoi allievi anche Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi, Giovanni Urbani, Valentino Martinelli, Maurizio Calvesi, Nello Ponente, Enrico Crispolti, Eugenio Battisti, Luigi Grassi, Creigthon E. Gilbert, Giovanni Carandente, Mario Soldati. È il padre dello storico Franco Venturi.

La biblioteca dell’illustre studioso è attualmente divisa in tre parti tra gli atenei di Roma (Dipartimento di Storia dell’arte della Sapienza), Perugia e Torino. Nel Dipartimento di Storia dell’arte della Sapienza Università di Roma è conservato l’Archivio di Lionello Venturi, donato dagli eredi nel 1996.

da Wikipedia

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COLL-MO67

Sono un piccolo collezionista d'arte. Principalmente opere grafiche e qualche pezzo unico su carta.