Il disegno

Il disegno è il processo di individuare aree definite, tracciandole con appositi strumenti di trascinamento (penna) e incisione (bulino) su una superficie materica (carta, tela, parete, metallo, eccetera) o virtuale attraverso l’immissione di dati matematici (computer grafica, raster e vettoriale).

Tali aree, definite con strumenti atti a tracciare bordi di confine (ad esempio una matita per le superfici materiche come la carta o tramite pixel o tracciati vettoriali per il disegno elettronico), creano forme di diversa tipologia.

Il processo di sovrapposizione ed elaborazione di più forme tra loro genera altre tipologie di forma.

Le forme, sempre più sofisticate ed elaborate, sono percepite dall’osservatore come figure riconoscibili, visivamente (rappresentazione passiva della realtà) o idealmente (rappresentazione attiva della realtà), sulla base di una propria esperienza personale e culturale.

Queste figure vengono definite come disegno.

Soggetti

Questi segni possono rappresentare ciò che l’artista vede quando disegna, una scena immaginata o ricordata, un’astrazione o, nel caso della scrittura automatica, ha a che fare con il movimento automatico della mano dell’artista sulla carta o su un’altra superficie (nel processo di grafomania entopica), nel quale dei puntini vengono impressi sopra ad impurità o cambi di colore della carta e questi vengono successivamente collegati da linee superficialmente. Il soggetto inoltre può essere il completo frutto della fantasia del disegnatore.

Materiali da disegno

Molti materiali da disegno non sono a base di acqua o olio e vengono applicati a secco, senza nessuna preparazione. Un aspetto che differenzia il disegno dalla pittura è che nel disegno un artista usa i colori puri e non può miscelarli prima di applicarli (nella pittura i colori sono creati mischiando dei colori base).

Nel disegno i colori possono mischiarsi sulla superficie a causa di una interazione chimica diretta. Tipicamente la miscelazione è un effetto ottico più che chimico: quando i colori vengono sovrapposti su strati precedenti e la luce riflessa da sotto passa attraverso la superficie, o quando i colpi di colore sono abbastanza ravvicinati che l’occhio li mischia.[5]

Disegno come espressione d’arte

L’attività grafica di una persona si esprime attraverso il “disegno”. È quasi impossibile dare una definizione del disegno come principio, sia sul piano teorico che pratico. Si può affermare che il disegno è un insieme di segni e punti, tratti e tratteggi, che con diversa densità, organizzano una superficie piana.

Il disegno è un fatto artistico e umano, contemporaneamente; è la manifestazione umana ed artistica di un fatto, interpretata da una persona (il disegnatore o l’artista). Intuitivamente si comprende la differenza tra scrittura e disegno. Entrambi hanno il carattere comune di uno scrivere, ma le finalità sono diverse. È possibile dire che nel disegno si ha un carattere eminentemente espressivo ed individuale. È il modo con cui una persona immagina, conosce, crea e dimostra un fatto. Quindi il disegno è semplicemente l’esigenza interiore di un artista di esprimersi graficamente. Ed essendo il più semplice modo di esprimersi, si hanno valori lineari diversi, derivanti da un mutare di chiari e scuri. Pur essendo una definizione schematica ed incompleta, comunque sottolinea il legame fra l’immaginazione e la sua estrincazione figurativa.

Leonardo da Vinci, studio di figura per la battaglia di Anghiari

Differenti manifestazioni della civiltà umana hanno avuto il loro disegno: rupestre, primitivo, orientale, egizio, ellenico, romano, bizantino, medioevale, classico, barocco, neoclassico, accademico, romantico, realistico, impressionista, divisionista, simbolista, espressionista, geometrizzante, e via dicendo. L’attività grafica di una persona si esprime attraverso il “disegno”.

In un raffronto con la scrittura, si può affermare che il “disegno” è il mezzo linguistico utilizzato abitualmente dall’artista per prendere possesso della realtà per rendere oggettiva un’immagine. Prima idea e quindi schizzo o, altrimenti, studio preparatorio per un successivo elaborato pittorico o, ancora, elaborato grafico finito, fine a sé stesso: sempre opera d’arte, prezioso testimone, pur nella sua fragilità, di un impulso creativo.

Fino al Seicento, si intendeva il disegno come “il fondamento dell’arte” e prevaleva la sua “linea di contorno” al colore della pittura. E il disegno è tanto più valido, quando è assistito dalla pratica, dal lungo esercizio che rende sicura ed agile la mano dell’artista. La lunga dimestichezza nel disegno, aiuta l’artista a manifestare i suoi concetti o le immagini via via elaborati dalla sua mente. Lo studio del disegno non si fermava al tratto, ma si sviluppava attraverso varie discipline, quali la geometria, la prospettiva, l’anatomia, l’architettura, lo studio della luce, lo studio dei colori. È per questo motivo che per essere artisti, fin dal Medioevo, occorreva essere grandi disegnatori.

Con il Seicento iniziano anche le raccolte dei disegni effettuati dai vari artisti. Raccolte che sono pervenute fino ad oggi e che dimostrano che comunque il disegno viene prima del “colore”. Avvicinandosi all’età Moderna, si deve notare come si abbia una prevalenza del disegnare “coloristico” sul disegnatore “disegnativo” e quindi una prevalenza del “dipinto” sul “disegno”.

Con il realismo, l’arte riscatta il colore con la conquista della luce. L’artista, superati i rigorismi dell’anatomia imposta dagli insegnamenti accademici, libera definitivamente la forma e la sua individualità creatrice. E il disegno diviene più che mai espressione della personalità del suo autore, della sua particolare visione del mondo reale, del suo modo di rendere la luce e i suoi contrappunti chiaroscurali sulla bianca superficie di un foglio.